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Trattamento Riabilitativo

Qui si gioca in effetti una fase importante per avere dal paziente, che fino a questo momento è rimasto sorpreso dalla semplicità della tecnica infiltrativa e della rottura della corda, la definitiva compliance nei confronti dell’intera procedura.

Se il chirurgo che pratica la fasciotomia percutanea ad ago non può confidare su un tempestivo intervento di un Terapista della Mano in grado di confezionare un Tutore statico-dinamico in materiale termoplastico, sarà il chirurgo stesso ad applicare, dopo la manovra di rottura, un Tutore statico-dinamico preconfezionato.

L’assemblaggio del tutore richiede pochi minuti così come immediato è l’apprendimento da parte del paziente sull’utilizzo corretto del tutore nella 1a settimana: ovvero su come liberare il dito periodicamente per eseguire gli esercizi di mobilizzazione attiva.

Il Tutore e il Kit® applicativo sono facilmente reperibili in commercio presso i negozi di articoli ortopedici (Kit Dupuytren®). Sarà il paziente stesso, se d’accordo con tale metodica, ad acquistare il tutore e portarlo il giorno della fasciotomia, quando dopo la procedura di rottura della corda, gli verrà applicato dal chirurgo stesso.

Kit® Riabilitativo preconfezionato per Morbo di Dupuytren

Il tutore è costituito da un modulo di base, rappresentato da un tutore di polso fabbricato in tessuto velcrabile, e da un kit® applicativo costituito da più elementi assemblabili grazie alle proprietà di aggancio del velcro maschio sul velcro femmina:

  • Una stecca di alluminio modellabile, rivestita in velcro.
  • Una serie di fettucce di velcro per l’aggancio del dito alla stecca di alluminio.

La stecca di alluminio viene agganciata al dito per coprire tutta la lunghezza del dito trattato. La modellabilità della stecca consente di adattarsi alla deformità digitale residua alla manovra di allungamento praticata e funge inizialmente da stecca di immobilizzazione del dito trattato. Può essere altresì modellata al fine di applicare una azione statica-progressiva sul dito. Il paziente viene facilmente istruito sulla proprietà modulabile della stecca per evitare che venga applicata sul dito una forza eccessiva in estensione che possa creare sulla cute aree di sofferenza cutanea.

Nel caso, nel corso del trattamento, sia necessario applicare sulle dita altre azioni dinamiche, nel Kit® Riabilitativo sono disponibili ulteriori accessori che possono venire facilmente assemblati dal chirurgo o dal fisioterapista.

Il tutore può pertanto essere assemblato per applicare una azione statica o dinamica in estensione o in flessione su uno o più dita ed è facilmente modulabile per un appropriato adattamento alla deformità da trattare ed il paziente è facilmente istruibile al corretto uso del tutore.

Qualora il paziente lo ritenga necessario potrà richiedere (e deve essere messo in grado di ottenerli tempestivamente)  uno o più controlli clinici intermedi rispetto a quelli fissi (a 1 settimana, 1 mese  e 3 mesi), al chirurgo o al terapista della mano o al fisioterapista. (Vedi Casi Clinici)

La recidiva della deformità

Solo quando il quadro è definibile come stabilizzato, ovvero dopo 4/6 mesi, si potrà parlare di effettiva recidiva (20° di retrazione in un’articolazione trattata inizialmente con successo), evento descritto in letteratura.

La tendenza alla ricomparsa di deformità in flessione, tipica delle fasi intermedie del percorso riabilitativo (2° e 3° mese) richiede alcune riflessioni.

Dobbiamo considerare che la fasciotomia percutanea ad ago interrompe solamente la corda e non la rimuove, e che se si rompe una struttura, pur patologica come il tessuto del Morbo di Dupuytren, vi è inevitabilmente quanto meno un modico versamento ematico, che darà luogo ad un ematoma, il quale a sua volta andrà incontro ad un processo di organizzazione e trasformazione in tessuto fibroso che, se non stimolato a rimanere elastico, tenderà per sua natura intrinseca a retrarsi.

Questo processo si correla perfettamente con quello che viene spesso riferito dai pazienti: “ quando mi sveglio la mattina il dito è bello dritto, ma dopo un pò, se non porto il tutore, ricomincia a piegarsi e allora, riapplico il tutore e torna dritto”. Esiste in pratica un andamento lento della tendenza alla “recidiva” della deformità in flessione che, se controllato costantemente in modo semplice e graduale con un tutore con cui si può modulare anche l’azione di trazione sul dito trattato, evitando tensioni eccessive in estensione, ma dando al paziente la possibilità di gestire questo aspetto in modo autonomo, pur con la supervisione periodica del chirurgo della mano o del fisioterapista, possiamo continuare a conferire “semplicità” ad un percorso in effetti delicato, che se lasciato a sè senza intervento può perdere in “efficacia” per il ripresentarsi della deformità in flessione.

Per lo stesso motivo anche i casi con lacerazione cutanea, effetto avverso ma con guarigione spontanea, grazie a medicazioni ripetute, nell’arco solitamente di 3 settimane, nascondono l’insidia di perdere parte del risultato ottenuto con la rottura della corda, proprio per la inevitabile retrazione cicatriziale del tessuto di “rigenerazione cutanea”, se una azione statica o dinamica non viene costantemente applicata sul dito, in particolare nella fase di maturazione del tessuto fibroso-cicatriziale stesso.

In conclusione anche il Trattamento Riabilitativo nel trattamento del Morbo di Dupuytren con fasciotomia percutanea si deve ritenere un fattore con un impatto importante sul risultato finale.  Può essere sì “semplificato” dall’utilizzo di un tutore statico-dinamico di ultima generazione (termoplastico o preconfezionato ed assemblabile) ma non può certo prescindere nelle fasi iniziali, da un controllo costante specialistico, ovvero da parte di un Chirurgo della Mano o di un Terapista esperto in Riabilitazione della mano, durante l’intero percorso che intercorre dalla rottura della corda alla stabilizzazione del quadro clinico, sul quale anche il Paziente ha avuto la possibilità di esprimere un corretto controllo.

In sostanza il fatto che il paziente partecipi in modo attivo e confortevole ad un percorso riabilitativo che, oltretutto, potrebbe davvero non richiedere quotidianamente di recarsi in strutture spesso molto lontano da casa, fornisce al paziente la sensazione di essere anche lui responsabile del risultato finale e contribuisce ad aumentare la compliance del paziente verso questa nuova procedura di trattamento della malattia di Dupuytren, malattia ancora molto temuta nell’immaginario collettivo per i risultati spesso invalidanti del trattamento chirurgico tradizionale.

Riferimento bibliografico sul trattamento riabilitativo della fasciotomia chimica tratte dal lavoro pubblicato nel 2016 nella Rivista Italiana di Chirurgia della Mano Vol. 53, N. 2

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Il Kit® riabilitativo preconfezionato, con tutore di polso, per morbo di Dupuytren.

Qui si gioca in effetti una fase importante per avere dal paziente, che fino a questo momento è rimasto sorpreso dalla semplicità della tecnica infiltrativa e della rottura della corda, la definitiva compliance nei confronti dell’intera procedura.

Sarà il chirurgo stesso ad applicare, dopo la manovra di rottura, un Tutore statico preconfezionato.

L’assemblaggio del tutore statico (clicca qui) richiede pochi minuti così come immediato è l’apprendimento da parte del paziente sull’utilizzo corretto del tutore nella 1a settimana: ovvero su come liberare il dito periodicamente per eseguire gli esercizi di mobilizzazione attiva o per eventuali medicazioni se necessarie.

Il Tutore e il Kit applicativo sono facilmente reperibili in commercio presso i negozi di articoli ortopedici. Sarà il paziente stesso, se d’accordo con tale metodica, ad acquistare il tutore e portarlo il giorno successivo alla fasciotomia percutanea ad ago, quando dopo la procedura di rottura della corda, gli verrà applicato dal chirurgo stesso.

 Il tutore è costituito da un tutore di polso fabbricato in tessuto velcrabile, e da una stecca di alluminio modellabile, rivestita in velcro. La stecca di alluminio viene agganciata al dito per coprire tutta la lunghezza del dito trattato. La modellabilità della stecca consente di adattarsi alla deformità digitale residua alla manovra di allungamento praticata e funge inizialmente da stecca di immobilizzazione del dito trattato. Può essere altresì modellata al fine di applicare una azione statica-progressiva sul dito. Il paziente viene facilmente istruito sulla proprietà modulabile della stecca per evitare che venga applicata sul dito una forza eccessiva in estensione che possa creare sulla cute aree di sofferenza cutanea.

Nel caso, nel corso del trattamento, sia necessario applicare sulle dita altre azioni dinamiche nel Kit Riabilitativo sono disponibili ulteriori accessori, che possono venire facilmente assemblati dal chirurgo o da un fisioterapista, rendendo il Tutore statico-dinamico.

In conclusione anche il Trattamento Riabilitativo nel trattamento del Morbo di Dupuytren con fasciotomia percutanea ad ago si deve ritenere un fattore con un impatto importante sul risultato finale.  Può essere sì “semplificato” dall’utilizzo di un tutore statico-dinamico di ultima generazione (termoplastico o preconfezionato ed assemblabile) ma non può certo prescindere nelle fasi iniziali, da un controllo da parte del Medico dopo 1 settimana, 1 mese e 3 mesi, in pratica da coprire l’intero percorso che intercorre dalla rottura della corda alla stabilizzazione del quadro clinico, sul quale anche il Paziente ha avuto la possibilità di esprimere un corretto controllo.

In sostanza il fatto che il paziente partecipi in modo attivo e confortevole ad un percorso riabilitativo che, oltretutto, potrebbe davvero non richiedere quotidianamente di recarsi in strutture spesso molto lontano da casa, fornisce al paziente la sensazione di essere anche lui responsabile del risultato finale e contribuisce ad aumentare la compliance del paziente verso questa nuova procedura di trattamento della malattia di Dupuytren, malattia ancora molto temuta nell’immaginario collettivo per i risultati spesso invalidanti del trattamento chirurgico tradizionale.

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